1874 – 1924 – 2024. Gli anniversari hanno lo straordinario pregio di portarci indietro nel tempo e di riflettere sulla strada percorsa. Nel 2024, l’epoca del digitale e dell’immediatezza, che lascia poco spazio e tempo alle riflessioni, ricorrono due importanti anniversari per la nostra storia culturale: il
150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi, padre (scientifico) della Radio, i cui esperimenti avrebbero portato a una delle invenzioni più importanti del XIX secolo (insieme al Cinema), e il
100° anniversario della prima trasmissione radiofonica italiana.
L’Orchestra Sinfonica di Milano ha scelto di celebrare una delle invenzioni più importanti, la Radio, “luogo di onestà e sincerità” – come mi ricorda Nicola Campogrande, compositore in Residenza dell’Orchestra, che ha un lungo passato di speaker radiofonico - attraverso due concerti speciali,
il 6 ottobre al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano con il quartetto della Sinfonica e Guido Barbieri e
l’11 e 13 ottobre all’Auditorium di Milano con la violinista Francesca Dego e il direttore Diego Ceretta, che debutta sul podio dell’Orchestra di largo Mahler.
Era il 1897 quando il giovane Guglielmo Marconi (classe 1874) riuscì a depositare il brevetto per la radio, straordinaria applicazione delle onde elettromagnetiche, che a loro volta erano state scoperte da James Clerk Maxwell nel 1865. Negli anni Novanta del XIX secolo sia Marconi che il russo Aleksandr Popov si dedicarono alla realizzazione di uno strumento che fosse in grado di inviare e ricevere segnali a distanza. Mentre il russo Popov costruisce il primo ricevitore per captare le onde radio che circolano liberamente nell’aria, tra il 1895 e il 1896, Marconi, in Italia, riusciva nell’intento di potenziare un apparecchio al punto di far passare i segnali da una parte all’altra di una vasta collina. Conclusi i lavori di ricerca e di sperimentazione a Londra, Marconi riuscì a depositare il brevetto nel 1897.